L'area fluviale di Alife è in grave pericolo. La quantità di plastica, taniche di prodotti chimici e polistirolo usati in agricoltura è tanta, forse troppa, visto che l'altra parte di questi rifiuti sono stati trascinati a valle dalla corrente qualche settimana fa. Sabato 2 Dicembre, con il mio amico Carlo decidiamo di fare una battuta di pesca nell'area fluviale di Alife. Di primo mattino arriviamo nelle campagne in Via Volturno con la mia auto e ci fermiamo in prossimità di un'abitazione privata a pochi metri dal Torano. Neanche il tempo di fare 100mt e avvistiamo subito i primi cumuli di plastica e bustoni neri scaricati in prossimità delle terre che costeggiano il Torano. Camminiamo lungo il corso del torrente (...quel che resta) e arriviamo all'inferno. Un tronco di traverso che sbarra il torrente e una quantità di plastica, polistirolo, taniche e bustoni che galeggiano sull'acqua. Una scena simile a quelle viste sul web in merito alle plastiche trasportate dalle correnti in oceano. Lo spettacolo è raccapricciante. Il fondale del torrente è invaso da immondizia e i Cavedani (pesce di fiume) scorazzano in questa pattumiera. Non ci scoraggiamo e proseguiamo il percorso fino ad arrivare sul Voltuno. Il letto del fiume si allarga ma lo scenario è sempre lo stesso: buste di plastica sulle sponde e bottiglie ovunque. Arriviamo in prossimità dell'area chiamata comunemente "Alicava". Il Volturno prende due strade, la prima è il percorso naturale che scende fino al Ponte Margherita mentre il secondo entra in uno specchio d'acqua e forma un lago molto grande dove c'è una bellissima biodiversità. Purtroppo quest'ultima è minacciata dall'uomo. Anche qui l'ambiente e pieno di plastica. Su lato sinistro del fiume Volturno notiamo un cumulo di terra e del materiale nero. Ci avviciniamo e troviamo cumuli di pneumatici e teloni incendiati ricoperti di terra.
Come sia possibile tutto ciò? Possibile che nessuno sia passato da quelle parti? Dopo aver visto l'ennesimo scempio decidiamo di far ritorno a casa. La rabbia e la delusione sono alle stelle. Quella che doveva essere una tranquilla giornata di pesca si è trasformato in un incubo. Ancora una volta stiamo qui a documentare l'ennesimo scempio ambientale che danneggia il nostro amato Matese. E' evidente come alcuni cittadini dell'alto casertano inquinino con molta facilità le nostre terre e le nostre acque. Le istituzioni dormono e la natura muore. Salviamo il salvabile.
Da Roma arrivano buone notizie: il governo cercherà di tamponare il problema del bracconaggio ittico che ormai attanaglia tutta Italia. Con l'approvazione della risoluzione da parte della 9ª commissione del Senato della Repubblica, il governo ad attivare un tavolo presso il Ministero degli Interni per definire le modalità per una massiva, coordinata e omogenea azione sia preventiva che repressiva, prevedendo nodi locali di una rete che coinvolga tutti i soggetti competenti per materia;
a intervenire per garantire la tempestiva e integrale repressione delle condotte criminose, soprattutto per quelle condotte riferibili ad organizzazioni strutturate;
a coordinare gli interventi su tutto il territorio nazionale in stretta collaborazione con le Regioni e le Province, predisponendo linee guida sul contrasto al bracconaggio;
a sollecitare le Regioni nel senso dell'intensificazione della collaborazione e valorizzazione delle guardie volontarie sul territorio, le quali interagiscono con le Forze di Polizia come supporto all'attività di presidio e vigilanza, segnalando illeciti e reati;
a sollecitare, nell’immediato, l'istituzione di divieti temporanei di pesca, nelle aree maggiormente sensibili, e di uso di reti a calata e salpamento;
a istituire un Osservatorio nazionale sul bracconaggio in acque interne, quale strumento di raccordo e monitoraggio, finalizzato al contrasto della pesca illegale nelle acque interne italiane.
Insomma buone notizie arrivano da Roma. Anche la Campania vive una situazione drammatica. Pochi sono i controlli, molti sono i bracconieri e le istituzioni latitano nonostante le continue denunce dei pescatori regolari. Questa estate che sta per terminare è stata segnata da una serie di azioni criminali che hanno ridotto drasticamente la presenza di pesce nelle acque campane. Il Consigliere regionale con delega alla caccia e alla pesca ancora non ha adottato nessun provvedimento in merito a questo problema diffuso. Intanto assistiamo inermi a questo scempio.
Le parole sono poche e la rabbia è tanta. Ancora una volta siamo costretti a subire l'ennesimo stupro silenzioso del nostro Matese.
Una parte dell'ittiofauna del torrente Lete è stata annientata. Un cimitero di trote putrefatte che galleggiano sul torrente a pochi metri dal depuratore. Un quadro desolante che avvicina le immagini del Lete a quelle dei laghi e fiumi in Cina dove si vedono uomini e bambini nuotare tra le carcasse di pesci morti. Gli amanti della pesca sportiva hanno sempre visto in Letino come il paradiso terrestre, quel luogo dove praticare la pesca in movimento camminando ore e ore tra le bellezze del Matese. In una settimana, una parte del torrente si è trasformato in un inferno. Di fronte allo scempio ci si sente impotenti e amareggiati.
Trentino Fishing è l'esempio della buona politica ambientale e la sinergia tra gli operatori del turismo, consentendo agli amanti della pesca scenari da capogiro. L'assenza di una politica volta a preservare le acque, l'assenza di controlli e la mancata attuazione dei regolamenti per la pesca continuerà a rendere il Matese un'isola infelice.
Sono giorni che le trote galleggiano morte sul torrente, eppure ancora nessun organo competente ha provveduto alla rimozioni delle stesse. Abbiamo battuto il tratto che va dal depuratore fino al ponte in pietra (prima del lago di Letino) e a malincuore possiamo confermare che le trote il quel tratto sono scomparse. Non c'è presenza di pesce. A questo scempio ci si aggiunge la pesca di bracconaggio. Più volte abbiamo segnalato alle Autorità la presenza di nasse e cavi elettrici pronti per essere collegati alle batterie delle auto. Pochissimi controlli, istituzioni assenti ed un Parco Regionale distante da quelle che sono le problematiche legate al territorio. Preservare le comunità applicando una politica ambientalista è utopia. Il Trentino Alto Adige ha sfruttato le acque interne per creare un indotto turistico legato alla pesca sportiva.
Quello che è successo a Letino è l'ennesimo schiaffo al Matese e alle persone che operano nel settore turistico, cercando con mille difficoltà di promuovere e salvaguardare il territorio. Gli amministratori tacciono.
Scarica gratuitamente il planning vettoriale 2017 nel formato AI, PDF e EPS.
Scarica gratuitamente il calendario vettoriale 2017 nel formato AI, PDF e EPS.